Paura degli spettri? (elettromagnetici)

Ogni elettrodomestico o apparecchiatura che ha bisogno dell’allaccio alla rete elettrica, genera durante il suo funzionamento un campo elettromagnetico in maniera più o meno diversa a seconda delle proprie caratteristiche costruttive. Di conseguenza anche nelle nostre abitazioni siamo di continuo esposti a delle radiazioni.

Degli esempi? Quando usiamo lampade, forni elettrici, aspirapolveri, televisori, computer, radio, smartphone.

Ma anche in altre occasioni, che sembrano più pericolose per quanto e come se ne parla: quando prendiamo il sole, facciamo una lampada o una radiografia.

Allora cosa è che differenzia le onde elettromagnetiche e perché sono più o meno pericolose?

Possiamo iniziare a dire che una radiazione elettromagnetica può essere vista come una quantità di energia che si sposta tra diversi corpi attraverso lo spazio, ad una velocità elevatissima, oscillando nel tempo come una vera e propria onda. E’ proprio il numero di queste oscillazioni nel tempo (frequenza) che rende le diverse radiazioni differenti tra loro e pericolose o meno per gli esseri umani. La maggior parte di queste radiazioni non sono visibili all’occhio umano a meno di una piccola quantità, che hanno un’oscillazione compresa in un piccolo intervallo di frequenza che “chiamiamo spettro del visibile”, che ci consentono di vedere il mondo che ci circonda.

All’aumentare dei valori di frequenza aumentano i rischi per l’essere umano, si passa alle radiazioni UV (che conosciamo come quelle cui ci esponiamo quando vogliamo abbronzarci e contro le quali utilizziamo creme protettive), poi ai raggi X e successivamente ai raggi gamma. In questi due casi si parla di radiazioni ionizzanti, ovvero contenenti una quantità di energia così alta da riuscire a rompere i legami atomici dei corpi che le assorbono (anche se i raggi X vengono utilizzati in basse quantità per scopi diagnostici, ma in quel caso si dimostra che i benefici ottenibili sono superiori ai danni procurati dalla limitatissima esposizione).

E quindi le onde elettromagnetiche a bassa frequenza, ovvero non ionizzanti e prodotte dagli elettrodomestici, non sono dannose?

In realtà questo argomento è ancora oggetto di tanti studi che non forniscono delle risposte soddisfacenti.

E’ fuori dubbio che, al di sopra di certi livelli, i campi elettromagnetici possono innescare degli effetti biologici. Esperimenti condotti su volontari, hanno dimostrato che esposizioni di breve durata, ai livelli normalmente consentiti all’interno delle abitazioni, non provocano alcun effetto nocivo evidente. Ma ovviamente i fattori che entrano in gioco sono molteplici, considerando l’interazione degli stessi con la complessa natura biologica e psicologica dell’essere umano. Molti individui associano spesso molteplici sintomi all’esposizione a bassi livelli di campo elettromagnetico come mal di testa, ansia, nausea, stanchezza e depressione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta portando avanti un progetto internazionale per promuovere e coordinare la ricerca a livello mondiale, in modo da fornire delle risposte fondate agli interrogativi del pubblico. Per questa valutazione verranno messi insieme i risultati di molteplici ricerche effettuate su cellule, animali e umane in modo da valutare in maniera obiettiva i rischi per la salute derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici.

Bisogna solo avere fiducia che la salute generale dell’uomo, interessi veramente più dello sviluppo tecnologico.



Ing. Agostino Capasso