Calcolo (illuminotecnico) o no?

La progettazione di un sistema di illuminazione può rappresentare un’impresa davvero ardua, soprattutto se il locale in oggetto è considerato un luogo di lavoro. Questo perché dall’entrata in vigore della legge 81/08, o testo unico sulla sicurezza, il datore di lavoro ha assunto particolari doveri nei confronti dei lavoratori dipendenti in modo da assicurare, tra le tante altre cose, livelli minimi di comfort. L’illuminazione artificiale, che ne rappresenta un fattore condizionante, è regolata dalla norma UNI EN 12464-1 nella quale sono riportate le diverse prescrizioni che il progettista deve adottare nei diversi casi, in relazione alla particolare attività lavorativa svolta nei locali.

Ci sono diversi testi di autori autorevoli che trattano il tema, che è materia di studio nella maggior parte dei corsi di ingegneria, ma nella “cruda” pratica progettuale molto spesso si tende a sottovalutare anche gli aspetti più elementari di tale disciplina.

Innanzitutto nell’ambito industriale, la prima cosa da fare sarebbe mettere da parte i cataloghi dei costruttori per concentrarsi sulle caratteristiche costruttive del locale e sui parametri illuminotecnici prescritti per l’attività: illuminamento medio, uniformità, resa cromatica e valori di abbagliamento limite. L’altezza di installazione, le condizioni ambientali e l’efficienza energetica, possono indirizzare sulla tipologia di apparecchio illuminante, le sue caratteristiche fotometriche e le caratteristiche costruttive del locale come i colori delle pareti, ci consentono invece di definirne il numero e la disposizione. Potenti software di calcolo ci consentono di effettuare in maniera relativamente rapida le verifiche illuminotecniche, ma è opportuno conoscere la relazione tra le principali grandezze fotometriche in modo da utilizzare questi preziosissimi strumenti nel modo più efficiente possibile. Iniziamo da quelle dipendenti dalle caratteristiche costruttive dell’apparecchio: il flusso luminoso, misurabile in lumen, quantifica la potenza luminosa percepita dall’occhio umano; la resa cromatica, grandezza adimensionale che varia tra zero e cento, la capacità di riflettere i colori in maniera più o meno naturale considerando il valore massimo associato alla luce solare; l’abbagliamento limite, misurabile con l’indice unificato UGR, varia tra 10, valore corrispondente a nessun abbagliamento, e 30. Ulteriore caratteristica costruttiva della sorgente luminosa è la temperatura di colore, misurata in gradi kelvin, cui corrispondono diverse tonalità di luce che variano dal giallo per valori più bassi, al bianco per valori più alti. Commercialmente tale caratteristica viene comunemente associata agli aggettivi “calda” per valori compresi tra 2500K e 3000K, o “fredda” per valori superiori o uguali a 5000K. Per valori intermedi si è solito definire la luce “neutra”.

A questo punto possiamo identificare in via semplificata l’illuminamento medio, misurabile in lux, come rapporto tra flusso luminoso totale e area della superficie da illuminare e uniformità, intesa come rapporto tra illuminamento minimo e illuminamento medio riscontrato.

Il nostro software di calcolo non farà altro che calcolare, per i diversi punti corrispondenti a una griglia immaginaria predefinita e sovrapposta alla superficie di interesse, i valori delle grandezze sopra descritte tenendo conto però, in aggiunta, del contributo della luce riflessa dalle pareti e dagli oggetti eventualmente presenti nel locale.

Mica un lavoro da poco?

Nonostante la possibilità di utilizzare tali mezzi, inoltre disponibili sul web in versione freeware, non è raro imbattersi in situazioni in cui il progettista, a dispetto della tanta teoria assimilata negli anni della gioventù, si concede alla quasi sempre meno tortuosa via dell’esperienza.

Agostino Capasso.

testi consigliati per approfondimenti: “Illuminotecnica” di Moncada Lo Giudice, De Lieto Vollaro, ed.CEA

software di calcolo freeware: https://www.dialux.com/it-IT/download